Ci sono momenti della vita in cui capitano cose meravigliose, altri in cui capitano cose importanti. Quelli che io preferisco sono quelli in cui capitano cose meravigliose ed importanti insieme.
Alcuni giorni fa, il 14 Luglio alle ore 19.00 a Milano alla Libreria del Mare in via Broletto 28, è stato uno di quei momenti.
Uno di quei momenti in cui capita che un tuo amico scriva un libro e che lo venga a presentare a Milano; uno di quei momenti a cui tu non puoi rinunciare per nulla al mondo, non perché lui sia il tuo migliore amico, ma perchè è quell’amico che non vedi e che non senti da tempo, esattamente dal Marzo del 2004, e, per motivi che neanche lui sa, è una persona a cui pensi spesso e che non puoi rinunciare di rivedere. Capita che Umberto Caglini, questo è il nome del mio amico e autore del libro, sia stata una delle persone che mi abbia più ispirato nella mia vita; è grazie a lui, oltre che ai miei genitori, che faccio quello che faccio e che sono quello che sono; è stata la persona che ha radicato in me il concetto di “esempio” perché lui non parlava ma agiva e, anche se lui non lo sa, quando lo guardavo dentro di me pensavo “io voglio essere come lui”. Per certi versi posso dire che Umberto è stato il mio eroe.
Ho conosciuto Umberto Caglini da Fabriano detto Umbertissimo durante la mia prima stagione in un villaggio turistico come animatore sportivo; era l’estate del 2003 ed eravamo al “Santagiusta”, splendido villaggio “Grandi Viaggi” situato nel sud della Sardegna, a Costa Rei, sopra Villasimius. A quell’epoca lui era il “Capomare” ed io l’istruttore di fitness. Ventiduenne e molto palestrato, mai mi ero cimentato nella nobile e antica arte della vela; nato e cresciuto a Genova avevo sempre e solo immaginato il mare non come terreno di conquista, ma come semplice luogo di balneazione. Umbertissimo invece della vela faceva il suo pane quotidiano e quella rosa dei venti tatuata al centro della sua schiena abbronzata, era per me oggetto misterioso e affascinante. Fu così che un giorno, Dario, uno degli istruttori di vela capitanati da Umberto si fece male al ginocchio e fu costretto a tornare in quel di Brescia e, liberatosi un posto in “casavela”, il prode Umberto chiese a me, umile e disoccupato al mattino istruttore di fitness, di prendere il suo posto. Io di vela non sapevo nulla, i venti mi erano sconosciuti e i termini marinari mi sembravano ostrogoto; lui che le derive, al soffiar dei venti, faceva danzare, mi disse di non preoccuparmi, che avrei fatto il corso che facevano i clienti per una settimana e poi da quella successiva avrei iniziato anche io ad andar per mare. Peccato che il primo giorno di corso si presentarono tantissime persone tra cui molti bambini e, dopo la lezione di teoria di trenta minuti tenuta da Umberto, lo stesso mi disse : – Matteo è il tuo momento, quello è il catamarano, quelli sono cinque bambini, vai! Non scorderò mai gli sguardi di quei bambini per i quali passai, nel giro di pochi minuti, da essere il loro idolo indiscusso, comandante di quella che per loro era la nave più bella del mondo, a totale inetto, neanche in grado di uscire dalla corsia di lancio, mentre i loro amici con gli altri istruttori già veleggiavano a largo. Così iniziò la mia carriera da velista e la mia passione per il mare e le barche a vela. Per tutta l’estate del 2003 mi impegnai per diventare sempre più bravo come prevede l’arte del Kai-zen. Capitava che durante la pausa pranzo mi fermassi a casavela e mentre i clienti del villaggio pranzavano, io provavo a bordeggiare facendo il pelo al famoso scoglio di Peppino; capitava che, nel primo pomeriggio, in procinto di risalire verso la palestra, luogo che a me competeva, mi fermassi in spiaggia, senza che lui se ne accorgesse, ad osservare Umbertissimo che, ora con il catamarano, ora con il windsurf danzava come un derviscio sulle onde facendo l’amore con il mare.
Fu quello il primo momento in cui pensai che volevo essere come lui.
Capitò che lo stesso Umbertissimo lo ritrovai, dopo averlo salutato alla fine dell’estate, qualche mese più tardi, sulle nevi del Monterosa Ski, precisamente a Gressoney, sempre per “Grandi Viaggi”; io e lui eravamo i due accompagnatori sci. Onorato e felice di tornare a lavorare con il mio “supereroe”, ero convinto che almeno sugli sci potessi essere io ad insegnar lui come si faceva, ma mi sbagliavo: il mare era diventato neve, il catamarano un paio di sci Volkl P60 arancioni, ed Umberto continuava la sua danza d’amore appassionata come quella dei nibbi reali anche in montagna, districandosi leggiadro tra una carvata ed un’altra, in pista e fuori pista, facendomi desiderare sempre di più di essere come lui. Fù una grande stagione invernale, entusiasmante e ricca di aneddoti per i quali potrei incollarvi alla lettura per ore, ma non ora; posso però dirvi con certezza che fu grazie a tutte le cose che imparai con lui durante quell’inverno che, una volta trasferitomi a Milano, dopo qualche anno fondai GetFIT EXPERIENCE.
Capita ora che quel ragazzo di cinque anni più grande di me, allora ventisettenne e ora quarantenne, dopo aver navigato per le avventure della sua vita in questi tredici anni, si sia sposato, abbia avuto due bimbi bellissimi, e che, seguendo la sua natura di nobile filibustiere abbia deciso di prendere la sua famiglia e trasferirsi a Tenerife per un nuovo ed incredibile capitolo della sua vita.
Capita che quel ragazzo abbia appena scritto un libro dal titolo “LA MIA INFANZIA INTORNO AL MONDO”, perché a quanto pare Umberto, dai 6 agli 11 anni, abbia vissuto su una barca a vela con i suoi genitori che, una volta fatta la scelta di lasciare Milano e due carriere che non li rendevano felici, hanno costruito una barca a vela e circumnavigato tutto il globo terracqueo, dal 1982 al 1987, portandosi dietro il piccolo Umberto, facendolo studiare durante la navigazione, facendogli prendere la licenza di scuola elementare nel nord dell’Australia e facendogli vivere delle incredibili avventure che lo stesso Umberto ci racconta in questo libro, pubblicando il diario di bordo che lui teneva in quegli anni e ritrovato in uno scatolone durante un trasloco, solo alcuni anni fa, facendo così vivere e vedere il mondo al lettore attraverso lo straordinario, puro ed affascinato sguardo di un bambino di soli 6 anni.
Ho acquistato il libro la sera della presentazione, qualche giorno fa in via Broletto, ne ho regalato una copia al mio amico, collega e velista esperto Enrico, e ho iniziato a leggerlo subito. Mi mancano poche pagine alla fine, ma avevo voglia di raccontarvi fin d’ora questa storia; questa storia che parla di un viaggio, di amicizia e di amore; questa storia scritta non per chi ama la vela, ma per chi ama la vita, per chi tenta di cambiarla piuttosto che accettare di vivere in quella che gli è stata data; questa storia vista con gli occhi di quel bambino che ora più che mai capisco il perché da grande sarebbe diventato il mio eroe. Spero tutti voi possiate leggere questo libro dandogli il significato che ognuno di voi vorrà dargli. Per tutti quelli che più sfortunati non lo leggeranno, non voglio essere io a raccontarlo, ma vi lascio con la dedica che l’autore fa all’inizio e che vi fa capire chi è Umberto Caglini :
“A mia madre Laura e a mio padre Pepe. Per il loro amore incondizionato. Per il loro straordinario coraggio mai ostentato. Per avermi insegnato a navigare in acqua e sulla terraferma. I migliori marinai che abbia mai incontrato. I miei Eroi.
A mia moglie Ylenia. Per il suo amore profondo come un oceano. Per avermi insegnato ad amare. Lei, per sempre.
A Ginevra e a Tommaso Giuseppe. Perché da grandi possano avere tutti gli strumenti necessari per orientarsi in caso di tempesta. Perché possano amare, liberi, il mare.”
Caro Umberto ora, sai cosa hai rappresentato per me. Giovedì sera in via Broletto, sulla copia del mio libro mi hai fatto una dedica, la stessa dedica la giro uguale a te :
“A Umberto. Abbiamo navigato tanto insieme, in mare ed in montagna. E che sia così per sempre.”
Grinta