I “FORTI” DI GENOVA

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Sono nato a Genova 34 anni fa.

È risaputo il mio rapporto di amore e odio con questa città: la mia fuga dopo le scuole superiori, la scoperta di nuovi mondi così diversi da quello a cui ero abituato, l’amore per la “dinamica” Milano, i week-end di conflitti con la mia famiglia, la malinconia della sera quando Genova si spegne, e poi…
…e poi la vita cambia, si diventa grandi e il ragazzo ribelle lascia spazio all’uomo che, pur sempre con gli stessi occhi del bambino che è in lui, guarda le cose da un altro punto di vista; ed ecco che improvvisamente in un caldo week end d’autunno ti ritrovi ad aver “bisogno” di ciò che anni fa avevi lasciato, della famiglia, del fratellino e della sua gioia nel mostrare l’avanzamento lavori nella nuova casa, della telefonata di tuo papà che in dialetto genovese fa sempre quella immancabile domanda che ti fa venir voglia di abbracciarlo, della telefonata di tua mamma che rimane solo una telefonata in attesa dell’abbraccio di Natale; ti ritrovi ad aver bisogno anche un po’ di LEI e della sua aria di mare e dei suoi ritmi più “rilassati”. Allora ti inventi una fantastica domenica a camminare sulle sue alture e tra i suoi Forti.
Certo, la scintilla deve ancora riscoccare del tutto tra di noi, però Genova, devo ammettere che vista da lassù sei veramente bella.
Domenica sono tornato a trovarti e la camminata tra le tue montagne mi ha fatto vedere cose di te che mi hai sempre tenute nascoste, o quasi : l’osteria da “Richetto” dove il mio papà mi portava a pranzo quando ero piccolo, quasi trent’anni fa; i tuoi Forti e le loro mura, dallo Sperone al Puin, dal Diamante al Begato, fino al Quezzi e a tutti gli altri; quella vista a 360° che togliendoti il fiato ti permette di vedere in un sol sguardo tutto il tuo Golfo, da Portofino fino a Noli; quella linea che divide il cielo dal mare non facendoti capire dove inizia uno e finisce l’altro.
Insomma, Genova, ti ho rivista con gli occhi del bambino che 30 anni fa andava all’osteria con il suo papà e mi sei piaciuta come non mai.

Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza il mio adorato fratellino Giacomo e la sua fidanzata (mia psicologa personale) Martina; scusate se ogni tanto vengo a rompervi le scatole, il vostro stare insieme così giovane eppure così maturo è per me un grande esempio.

Vi voglio bene, i veri “Forti” di Genova siete voi.

Grinta



ricchetto
V_forte_Puin

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